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Yiannis Tsaroychis. |
Quando l’ardore del vino scioglie gli anelli di corteccia intorno al nostro cuore prodigioso, scopriamo di essere rimasti in fondo sempre gli stessi. O ricordo, chiave d’accesso al nucleo più intimo degli esseri umani e delle esperienze vissute! [...] Saluto soprattutto voi, bevitori solitari, che sedete al tavolo con voi stessi e verso di voi levate da sempre il bicchiere. Che altro siamo se non le immagini speculari di noi stessi, e là dove sediamo in nostra compagnia anche il Terzo, il dio, non è lontano.
In: “Foglie e pietre - Lettera dalla Sicilia all'uomo nella luna - p. 5 – Traduzione di Flavio Cuniberto - ADELPHI Edizioni- 1997 - “, di Ernst Jünger