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Mitch Griffiths |
Lo svilupparsi autonomo di questo sistema mostruoso dei mezzi, che non consente l’affiorare dei fini, è dunque, se così si può dire, l’unica «meta» di questo perpetuum mobile. Ognuno deve partecipare alla corsa, e giustappunto per vincere. Tuttavia, per chi corre non può esserci felicità o piacere... che non sia la felicità del correre. In quanto felicità sarebbe un piacevole rilassarsi in qualcosa; e chi si rilassa ha la sfortuna e il fastidio di essere superato. Dunque, qui le mete non sono possibili, perché saboterebbero i mezzi.
Da: “Amare, ieri. Appunti sulla storia della sensibilità - Traduzione dal tedesco di Sergio Fabian - Bollati Boringhieri – edizione 2004 – “, di Günther Anders
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