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Giorgio De Chirico |
Il mondo attorno a noi ci appare ora invecchiato sino a farci impazientire, ora così angosciosamente nuovo da farci sentire stranieri e spingerci a guardare a ritroso, verso le orme lasciate sulla neve negli anni passati. Non siamo mai a casa: qualcosa di noi non lo è più, qualcosa non lo è ancora e ognuno si sente, assai spesso, insieme più vecchio e più giovane di ciò che gli succede intorno. Vorremmo sapere dove siamo e dove andiamo soprattutto per sapere di essere, di esistere – da qualche parte – con tutta la nostra individualità. Il desiderio di fermarci, che talora ci prende, è solo il desiderio di guardare se ci siamo ancora. Le dispute sul principio di non-contraddizione ci toccano anche perché vorremmo sapere se, nella continua fuga del divenire che ci fa ogni istante non essere più noi stessi, possiamo ancora dire di esistere.
In: "Itaca e oltre", di Claudio Magris
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