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Jacob van Ruisdael |
La realtà che chiamiamo Stato, lo ripeto ancora una volta, non è la spontanea convivenza di uomini che la consanguineità ha unito. Lo Stato nasce quando gruppi originariamente separati e distinti si costringono a convivere tra loro. Questo obbligo non è nuda violenza, ma presuppone un progetto attivo, un compito comune che si propone ai gruppi dispersi. Lo Stato è, innanzi tutto, un progetto d'azione, un programma di collaborazione. Si fa appello alle genti affinché nell'unione realizzino un'impresa. Lo Stato non è consanguineità, né unità linguistica, né unità territoriale, né contiguità d' abitazione. Non è nulla di materiale, d'inerte, di prestabilito, di limitato. E un puro dinamismo - la volontà di compiere qualcosa in comune-, in virtù del quale l'idea statale non è circoscritta da nessun confine fisico.
In: “La ribellione delle masse (pag. 184-185)”, di José Ortega Y Gasset
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