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Lewis Hine |
La divisione e l’industrializzazione del lavoro – sia manuale che intellettuale – hanno abbondantemente contribuito all’avvento di un potere mediocre. Il perfezionamento di ogni compito utile a una totalità che sfugge a tutti ha contribuito a rendere “esperti” dei cialtroni sempre pronti a concionare su scampoli di verità, e a ridurre a semplici esecutori i lavoratori, per i quali «l’attività vitale non è nient’altro che l’unico mezzo di sostentamento». Karl Marx lo aveva intuito fin dal 1849: riducendo il lavoro a una forza, poi a un’unità di misura astratta e infine al suo costo (il salario corrispondente a quanto è necessario affinché l’operaio rigeneri la sua forza), il capitale ha reso i lavoratori insensibili al contenuto stesso del lavoro. I mestieri progressivamente vanno perduti.
In: “La mediocrazia”, di Alain Deneault
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