Dal Web |
Da: “La Metafisica (libro I - Capo Secondo – 5)”, di Aristotele
Francesco Melzi, Flora (1520) |
Lo stupore che è il punto di partenza del pensare, non è né sconcerto né sorpresa né perplessità: è uno stupore che ammira. E ciò di cui ci meravigliamo viene affermato e confermato dall’ammirazione che irrompe nel discorso, il dono di Iride, la messaggera che viene dall’alto.
Da: “La vita della mente (Parte prima: pensare – Capitolo terzo Che cosa ci fa pensare?- pag. 233)”, di Hannah Arendt
Teun Hocks |
Da: “Fuga dalla Libertà - Cap. 7. Libertà e Democrazia.”, di Erich Fromm
Michael Kenna - Black Pine at Night, Passo delle Capannelle, Pizzoli, Abruzzo |
Maschera Romana |
La bellezza non ha in sé alcun fine: è per questo che costituisce quaggiù l'unica finalità. Quaggiù infatti non esistono fini: tutte le cose che noi scambiamo per fini non sono che mezzi. E' una verità evidente. Il denaro è un mezzo per comprare, il potere è un mezzo per comandare. E così via, più o meno palesemente, per tutto ciò che noi chiamiamo beni.
Soltanto la bellezza non è un mezzo, essa sola è buona in se stessa; eppure noi non troviamo in essa alcun bene. Sembra che sia in se stessa una promessa e non un bene. Ma essa offre solo se stessa, niente altro.
Da: “Attesa di Dio”, di Simone Weil
Margaret Bourke-White - Gandhi e l’arcolaio, 1946 |
Anche nei tempi più oscuri abbiamo il diritto di attenderci una qualche illuminazione. Ed è molto probabile che essa arriverà non tanto da teorie o da concetti, quanto dalla luce incerta, vacillante, spesso fioca che alcuni uomini e donne, nel corso della loro vita e del loro lavoro, avranno acceso in ogni genere di circostanze, diffondendola sull’arco di tempo che fu loro concesso di trascorrere sulla terra.
In: “Il pensiero secondo: Pagine scelte- II L’Uomo”, di Hannah Arendt
Fabio Lovino (Tilda Swinton, 1999) |
Avevo capito che per la maggior parte del tempo non siamo noi stessi ma viviamo manipolandoci da soli come burattini, offrendo agli altri una nostra caricatura molto limitata. L’essere uguale a chi siamo veramente dobbiamo crearlo dentro noi stessi, come un modello, scoprendo i suoi disegni, gli ordini che, in quanto seme, reca impressi.
Da la danza della realtà di Alejandro Jodorowsky
Scott E. Bartner "Ritratto di Lindsay" 2005 (dettaglio) |
Anne Magill |
In: “Archetipi (5. DUALITÀ E TEMPO pag. 26)”, di Elémire Zolla
Bernard Chevalier |