mercoledì 30 marzo 2016

Cartesio: Il mio spirito si compiace di smarrirsi...


Jan Steen
Il mio spirito si compiace di smarrirsi, e non può contenersi ancora nei giusti limiti della verità. Abbandoniamogli, dunque, ancora una volta le briglie, affinché, venendo dopo a ritrargliele dolcemente ed a proposito, possiamo più facilmente regolarlo e condurlo.

In: “Meditazioni metafisiche” di Cartesio (René Descartes)

lunedì 28 marzo 2016

Fernando Pessoa: Quello che c’è in me di primordiale è l’abitudine e la propensione a sognare...


Paul Klee
Quello che c’è in me di primordiale è l’abitudine e la propensione a sognare. Le circostanze della mia vita, fin dalla mia infanzia solitaria e calma, e forse altre oscure forze ereditarie che mi hanno plasmato da lontano secondo la loro sinistra fisionomia, hanno reso il mio spirito un costante flusso di vaneggiamenti. Tutto ciò che sono consiste in questo, e anche ciò che in me sembra più lontano dal rivelare il sognatore appartiene senza ombra di dubbio all’anima di chi sogna soltanto, elevata al suo grado più alto.

Brano tratto da “Il libro dell'inquietudine di Bernardo Soares” di Fernando Pessoa

Fëdor Ivanovič Tjutčev: Vi sono dei momenti nella vita che è difficile esprimere

Giotto
Vi sono dei momenti nella vita
Che è difficile esprimere
Essi sono la felicità
Dell'estasi terrestre.
Mormorano le cime degli alberi,
Alte sopra di me,
E solo gli uccelli del cielo
Parlano con me.
Ciò che è falso e volgare,
È scomparso, e lontano,
Ciò che è caro e impossibile
È così lieve e vicino.
E provo amore e dolcezza,
E pace nel mio cuore,
Sono immerso in un sonno!
O tempo, attendi!

Di: Fëdor Ivanovič Tjutčev

Norberto Bobbio: Ci si può ora domandare perché il pregiudizio abbia tanta forza da resistere più di qualsiasi altro errore alla confutazione razionale.


Salvador Dalì
Ci si può ora domandare perché il pregiudizio abbia tanta forza da resistere più di qualsiasi altro errore alla confutazione razionale. Mi pare che si possa dare questa risposta: la forza del pregiudizio dipende generalmente dal fatto che il credere vera un’opinione falsa corrisponde ai miei desideri, sollecita le mie passioni, serve ai miei interessi. Dietro alla forza di convinzione con cui crediamo a ciò che il pregiudizio ci vuol far credere sta una ragione pratica, e quindi, proprio in conseguenza di questa ragione pratica, una predisposizione a credere nell’opinione che il pregiudizio tramanda. Questa predisposizione a credere si può chiamare anche prevenzione. Pregiudizio e prevenzione sono di solito legati l’uno all’altra. Il pregiudizio si radica più facilmente in coloro che sono già favorevolmente predisposti o prevenuti ad accettarlo. Anche per questo il pregiudizio come opinione erronea fortemente creduta vera si distingue dalle altre forme di errore perché in queste generalmente non c’è prevenzione: e proprio perché non c’è prevenzione sono più facilmente correggibili.

In:” Elogio della mitezza”. di Norberto Bobbio

domenica 27 marzo 2016

Norberto Bobbio: Leggiamo nelle storie della filosofia che gli antichi contrapponevano un’etica della virtù a un’etica della felicità.



Caravaggio
Leggiamo nelle storie della filosofia che gli antichi contrapponevano un’etica della virtù a un’etica della felicità. I moderni contrappongono un’etica del dovere a un’etica dell’utilità. Per non parlare della notissima distinzione weberiana tra etica della intenzione pura ed etica della responsabilità. L’unico principio che si può considerare propriamente laico è quello della tolleranza, vale a dire il principio che dalla constatazione della molteplicità degli universi morali trae la conseguenza della necessità di una pacifica convivenza tra essi. Da questo punto di vista non ho alcun timore nell’affermare che il pensiero laico è un’espressione essenziale del mondo moderno e un effetto del processo di secolarizzazione in cui le stesse Chiese si sono riconosciute. Come si può leggere, tra l’altro, nella Costituzione pastorale Gaudium et Spes: «Il rispetto e l’amore deve estendersi pure a coloro che pensano e operano diversamente da noi nelle cose sociali, politiche e persino religiose, perché con quanta maggiore umanità e amore entreremo nei loro modi di sentire, tanto più facilmente potremo con loro iniziare un colloquio»

In:” Elogio della mitezza”. di Norberto Bobbio