Thomas Edwin Mostyn |
Vorrei che il mio cuore si spaccasse perché potessero uscirne tutte le cose che vi sono imprigionate. Le mie mani sono stupide, timide, sconosciute. I nostri cuori sono molto migliori di noi; e fra i sentimenti e le maniere che noi possediamo per descriverli, ci sono mille veli. Quando si riesce a esternare ciò che si ha all’interno, si vive in uno stato di costante rinascita. È una ricostruzione quotidiana del proprio essere: e, come hai detto benissimo tu, il giorno di ieri è accaduto mille anni fa.
[...] mi sento come una pianta che cresce verso la luce. E dimentico le mie ombre.
[...] mi sento come una pianta che cresce verso la luce. E dimentico le mie ombre.
In: "Lettere d'amore del Profeta (9 dicembre 1915) di Khalil Gibran
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