|
Giovanni Fattori |
Ti seguo zoppicando sulle stampelle dell’intelletto. Io sono un uomo, mentre tu avanzi come un Dio. Che tortura! Devo ritornare a me stesso, alle mie più piccole cose. Le cose dell’anima mia mi sembravano piccole, miseramente piccole. Tu mi costringi a vederle grandi, a renderle grandi. È questo il tuo scopo? Ti seguo, ma con terrore. Ascolta i miei dubbi, altrimenti non posso seguirti, perché il tuo senso è un senso superiore e i tuoi passi sono quelli di un bambino. Questa definizione mi ripugnava e io la odiai. Dovetti però riconoscere e ammettere che la mia anima è bambina, e che il Dio nella mia anima è bambino.
In: “Il libro rosso (Liber Novus)”, di Carl Gustav Jung
Nessun commento:
Posta un commento