sabato 31 luglio 2021

Kahlil Gibran: Noi stessi siamo l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande...

Caspar David Friedrich
Noi stessi siamo l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande; e siamo anche il tramite che li unisce.

In: “Tutte le poesie e i racconti -Il vagabondo - Il tramite - Traduzione di Tommaso Pisanti - Newton Compton editori s.r.l. - edizione ebook luglio 2012”, di Kahlil Gibran

Søren Kierkegaard: Provo gioia perché la vita personale degli altri ha importanza per me...

Robert Hubert
Provo gioia perché la vita personale degli altri ha importanza per me, e spero e desidero che anche la mia ne possa avere per coloro i quali simpatizzano con tutta la mia concezione di vita. Amo la mia patria natale, e non posso immaginare di potermi trovare bene in nessun altro paese. Amo la mia lingua, che libera il mio pensiero, trovo che quello che posso avere da dire nel mondo lo posso esprimere magnificamente con essa. In questo modo la vita ha significato per me, tanto da sentirmene contento e soddisfatto. Nello stesso tempo vivo una vita più alta, e quando a volte accade che io respiri questa vita più alta nel respiro della mia vita terrena e familiare, mi stimo beato, e si fondono per me l’arte e la grazia. È così che io amo l’esistenza, perché è bella e ne spero una ancor più bella.

Da: “Aut –Aut - Traduzione di K.M. Guldbrandsen e Remo Cantoni - 2016 Mondadori -”, di Søren Kierkegaard

Friedrich Nietzsche: Non siamo ranocchi pensanti, non siamo apparecchi di oggettivazione e registrazione con viscere gelate...

Da Pinterest
Non siamo ranocchi pensanti, non siamo apparecchi di oggettivazione e registrazione con viscere gelate, — dobbiamo costantemente generare i nostri pensieri dal nostro dolore e provvederli maternamente di tutto quanto abbiamo in noi di sangue, cuore, fuoco, piacere, passione, tormento, coscienza, destino, fatalità. Vivere — questo significa per noi tutti trasformare quello che siamo in luce e fiamma, anche tutto quello che ci riguarda, proprio non possiamo fare altrimenti.

In: “La Gaia Scienza, Idilli Di Messina - Prefazione alla seconda edizione- A cura di Sossio Giametta - BUR Classici del Pensiero luglio - edizione digitale 2013 ”, di Friedrich Nietzsche

venerdì 30 luglio 2021

Eugenio Borgna: Non illudiamoci, non è facile seguire i cammini misteriosi, che ci portano alla nostra interiorità...

Anne Magill
Non illudiamoci, non è facile seguire i cammini misteriosi, che ci portano alla nostra interiorità, e a quella degli altri, cercando di costruire ponti, e misteriose alleanze, e ancora una volta solo quando viva in noi la speranza, che ci libera dalle catene del passato e dalla fascinazione del presente, aprendoci le porte all’avvenire, questo è possibile. Ma è necessario educarci alla speranza, e imparare a sperare, seguendo senza fine il cammino misterioso che porta all’interno: agli abissi della nostra interiorità.

Da:” Le parole che ci salvano – Einaudi – 2017 - ”, di Eugenio Borgna

 

martedì 27 luglio 2021

Leonardo Sciascia: Noi siamo quel che facciamo...

Ferdinando Scianna - Leonforte
Noi siamo quel che facciamo. Le intenzioni, specialmente se buone, e i rimorsi, specialmente se giusti, ognuno dentro di sé, può giocarseli come vuole, fino alla disintegrazione, alla follia. Ma un fatto è un fatto: non ha contraddizioni, non ha ambiguità, non contiene il diverso e il contrario.

In: “Candido ovvero Un sogno fatto in Sicilia - pag . 85 - ADELPHI - edizione digitale 2014”, di Leonardo Sciascia

domenica 25 luglio 2021

Blaise Pascal: È pericoloso dire al popolo che le leggi non sono giuste, poiché obbedisce loro solo credendole tali...

Justitia - Carl Spitzweg
È pericoloso dire al popolo che le leggi non sono giuste, poiché obbedisce loro solo credendole tali. Bisogna perciò convincerlo, nello stesso tempo, che vanno rispettate perché sono leggi, così come bisogna obbedire ai superiori, non perché sono giusti, ma perché sono i superiori. Con ciò, ecco prevenuta ogni rivolta, se si riuscirà ad inculcare questo, che è proprio la definizione della giustizia.

In: "Pensieri - Capitolo V La giustizia e la ragione degli effetti - 186. Ingiustizia - Traduzione di Franco De Poli – BUR minima Rizzoli - Edizione digitale 2013"; di Blaise Pascal

Maurice Merleau –Ponty: Tutto ciò che so del mondo, anche tramite la scienza, io lo so a partire da una veduta mia o da una esperienza del mondo...

William Clothier Engle
Tutto ciò che so del mondo, anche tramite la scienza, io lo so a partire da una veduta mia o da una esperienza del mondo senza la quale i simboli della scienza non significherebbero nulla. Tutto l’universo della scienza è costruito sul mondo vissuto e se vogliamo pensare la scienza stessa con rigore, valutarne esattamente il senso e la portata, dobbiamo anzitutto risvegliare questa esperienza del mondo di cui essa è l’espressione seconda.

Da: “ Fenomenologia della percezione – Premessa - Traduzione di Andrea Bonomi – Bompiani – Edizione digitale 2014-”, di Maurice Merleau –Ponty

Paul Valéry: In me c'è un imbecille e occorre che io approfitti dei suoi errori...

Carl Spitzweg
In me c'è un imbecille e occorre che io approfitti dei suoi errori. All'esterno occorre mascherarli, giustificarli... Ma internamente non li nego, cerco di utilizzarli. E’ una perpetua battaglia contro le lacune, le dimenticanze, le dispersioni, le sventatezze. Ma chi è io, se essi non sono io? (lbid., IV, 397)

In: “Quaderni Volume Primo – Ego – Pag. 53- Traduzione di Ruggero Guarini – ADELPHI – gennaio 2009 -“, di Paul Valéry

domenica 18 luglio 2021

Theodor Adorno: La vera felicità del dono è tutta nell’immaginazione della felicità del destinatario...

Luigi Bechi
La vera felicità del dono è tutta nell’immaginazione della felicità del destinatario: e ciò significa scegliere, impiegare tempo, uscire dai propri binari, pensare l’altro come un soggetto...

In: " Minima moralia, Meditazioni della vita offesa - Parte prima 1944 - 21. Non si accettano cambi. - Traduzione di Renato Solmi - Giulio Einaudi editore - 1994 ", di Theodor Adorno

 

Ernst Jünger: All’epoca degli orologi a polvere tutti avevano più tempo di oggi che siamo accerchiati dagli orologi...

Dal Web
All’epoca degli orologi a polvere tutti avevano più tempo di oggi che siamo accerchiati dagli orologi. E siamo prigionieri delle nostre barriere temporali più profondamente e inesorabilmente che di quelle spaziali, sebbene i ceppi siano meno visibili.

In: "Il libro dell’orologio a polvere - Traduzione e note di Alvise la Rocca e Giancarlo Russo – 1994 - ADELPHI", di Ernst Jünger