[...] l'uomo ha in se stesso la sorgente delle proprie forze morali, che tutto dipende da lui, dalla sua energia, dalla sua volontà, dalla ferrea coerenza dei fini che si propone e dei mezzi che esplica per attuarli – da non disperare mai piú e non cadere piú in quegli stati d'animo volgari e banali che si chiamano pessimismo e ottimismo. Il mio stato d'animo sintetizza questi due sentimenti e li supera: sono pessimista con l'intelligenza, ma ottimista per la volontà.
In: “ Lettere dal carcere – 139 - 19 dicembre 1929 - Carissimo Carlo – Einaudi – 2011 – “ di Antonio Gramsci
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