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La conoscenza è un bene collettivo, un’acqua della giovinezza alla quale ci possiamo abbeverare tutti senza suscitare la minima frustrazione nell’altro». «La felicità – diceva Raoul Follereau – è la sola cosa che si è sicuri di avere quando la si è data». È «il godimento di quello che non si compra»: «il piacere che danno una conversazione animata, un pranzo tra amici, un buon ambiente di lavoro, una città dove ci si sente bene, la partecipazione a questa o quella forma di cultura (professionale, artistica, sportiva ecc.), e più in generale tutte le relazioni con gli altri. La maggioranza di questi “beni”, la cui base per eccellenza è la vita sociale, esistono soltanto se se ne gode insieme».
Da: “ Breve trattato sulla decrescita serena – 3. La decrescita: un programma politico - Traduzione di Fabrizio Grillenzoni - Bollati Boringhieri editore -2008 -“, di Serge Latouche
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