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Édouard Boubat |
Abbandonare tutti i doveri, anche quelli che non ci sono richiesti, ripudiare tutti i focolari domestici, anche quelli che non sono mai stati nostri, vivere di imprecisione e di indizi, tra grandi porpore di follia e trine false di maestà sognate... Essere qualcosa che non senta il peso della pioggia esteriore, né l’angoscia della vacuità interiore... Vagabondare senz’anima né pensiero, sensazione priva di se stessa, per una strada che contorna le montagne, per valli incastonate tra pendii scoscesi, distante, immerso e fatale... Perdersi tra paesaggi simili a quadri. Non-essere in lontananza e a colori...
Da “Il libro dell'inquietudine (227 14.3.1930)”, di Fernando Pessoa
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