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Kopp Delaney |
Nessun periodo della nostra giornata è più misterioso dell’attimo che precede immediatamente il sonno. Esitanti ci addentriamo nel sonno come in una caverna, di cui, dall’entrata, il pallido riflesso del giorno ancora rischiara le prime sinuosità. In un crepuscolo sempre crescente tentiamo di decifrare le forme interne, cadiamo preda di un fascino in cui l’oggetto acquista una forza maggiore dell’occhio che lo osserva, poi, all’improvviso, spuntano immagini luminose come disegni trasparenti, il cui significato recondito è irradiato da una luce nuova e sconosciuta. Quello è l’attimo in cui spesso sussultiamo nel primo sonno come spaventati da un approccio proibito.
Da:” Ludi africani (cap. 28)”, di Ernst Jünger
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