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Pieter Brueghel il Giovane |
Certo, non bisogna farlo troppo spesso, perché l’animo non prenda una cattiva abitudine, tuttavia ogni tanto bisogna sollecitarlo alla sfrenatezza e alla libertà, allontanando per un po’ la triste sobrietà. Poiché, sia che seguiamo il poeta greco: “talvolta è dolce anche fare follie”, sia Platone: “Invano chi è padrone di sé bussa alla porta della poesia”, sia aristotele: “Non ci fu nessun grande ingegno senza un granello di follia”, solo uno spirito esaltato può parlare in tono grandioso e al di sopra degli altri. Dopo aver disprezzato le cose usuali e comuni ed essersi sollevato più in alto, come mosso da un sacro fuoco, allora riesce a cantare qualcosa di superiore al canto dei mortali.
Non può raggiungere mete sublimi ed elevate chi è sempre padrone di sé: è necessario che si allontani dalla solita strada e abbia un’impennata verso l’alto e morda i freni e trascini il suo auriga e lo conduca là dove egli da solo avrebbe avuto paura a salire.
in: "Tranquillitate animi", di Lucio Anneo Seneca
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