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Giuseppe Renda |
La realtà di ogni gioia è indescrivibile nel mondo, solo nella gioia ancora avviene la creazione (la felicità, al contrario, è una costellazione promettente e interpretabile di cose già presenti); ma la gioia è un meraviglioso accrescimento di ciò che già esiste, pura crescita dal nulla. Ben debole, in fondo, dev’essere la forma con cui la felicità ci occupa la mente, visto che ci lascia subito il tempo di pensare alla sua durata e di esserne preoccupati. La gioia è un momento, senza vincoli, senza tempo; non la si può trattenere, ma non la si può neanche perdere, perché sotto le sue scosse il nostro essere muta chimicamente, per così dire, e non si limita, come di solito accade nella felicità, ad assaporare e a godere se stesso in una nuova mescolanza.
Frammento di una lettera ad una amica del 1914 da “Poesie. I: 1895-1908” di Rainer Maria Rilke
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