domenica 27 agosto 2017

Antonio Gramsci: La politica del meno peggio. Ma «peggio non è mai morto» dice un proverbio popolare...

Rodney Smith
La politica del meno peggio. Ma «peggio non è mai morto» dice un proverbio popolare, e ci sarà un «meno peggio» all’infinito, poiché il peggio di domani sarà «meno peggio» del «peggio» di dopodomani e così via.

In: “Quaderni dal Carcere (Q9 §45 Passato e presente. )”, di Antonio Gramsci

Margherita Guidacci: Mentre guardavo alternamente dalle due grandi finestre affacciate sul passato e sull'avvenire...

Edward Hopper
Mentre guardavo alternamente
dalle due grandi finestre
affacciate sul passato e
sull'avvenire,
i ladri entrarono indisturbati
nella stanza e mi derubarono di tutto il presente.
Di Margherita Guidacci

sabato 26 agosto 2017

Oswald Spengler: Non si potrebbe immaginare una satira più sinistra di quella della libertà di pensiero...

Erich Lessing
Non si potrebbe immaginare una satira più sinistra di quella della libertà di pensiero. Una volta non si aveva il diritto di pensare liberamente; adesso lo si ha, ma non se ne può fare più uso. Si pensa soltanto ciò che altri vuole che si pensi e proprio questo vien sentito come libertà.

In: "Il tramonto dell’Occidente", di Oswald Spengler

Oswald Spengler: Se si vuol sapere in che forma il destino della civiltà occidentale si compirà nel futuro...

Thomas Cole
Se si vuol sapere in che forma il destino della civiltà occidentale si compirà nel futuro, bisogna prima sapere che cosa sia una civiltà, in che rapporto essa sta con la storia visibile, con la vita, con l’anima, con la natura, con lo spirito, in quali forme essa si manifesta e in che misura queste forme (che sono popoli, lingue ed epoche, battaglie e idee, Stati e dèi, arti e opere d’arte, scienze, diritti, forme economiche e visioni del mondo, grandi personalità e grandi avvenimenti) abbiano valore di simboli e come tali vadano interpretate.

In: "Il tramonto dell’Occidente", di Oswald Spengler

domenica 20 agosto 2017

Antonio Gramsci: un movimento filosofico è tale solo in quanto si applica a svolgere una cultura specializzata...

Cornell Capa
[...] un movimento filosofico è tale solo in quanto si applica a svolgere una cultura specializzata per un ristretto gruppo di intellettuali o invece è tale solo in quanto, nel lavoro di elaborazione di un pensiero superiore, scientificamente organato, non dimentica mai di rimanere in contatto coi «semplici» e anzi trova in questi contatti la sorgente dei problemi da studiare e risolvere? Solo per questi contatti una filosofia diventa «storica», si depura degli elementi di origine «individuale», si fa «vita».

In: “Quaderni dal Carcere (Q8 §213 Un’introduzione allo studio della filosofia. )”, di Antonio Gramsci

René Char: Non apparteniamo a nessuno...

Cornell Capa
Non apparteniamo a nessuno, se non al lampo
di quella lampada ignota, inaccessibile,
che tiene svegli il coraggio e il silenzio.

Da:"Feuillets d’Hypnos, Fogli d’Hypnos (1943 – 1944)", di René Char

sabato 19 agosto 2017

Rainer Maria Rilke: Riposano i monti, nello splendore delle stelle...


Giovanni Segantini
Riposano i monti, nello splendore delle stelle
Ma anche in loro scintilla il tempo
Nel mio cuore in tumulto pernotta
Senza asilo l'immortalità

In: "Prima serie (poesia X)", di Rainer Maria Rilke

Umberto Galimberti: L’azione terroristica ha incrinato in noi occidentali quella condizione base della vita quotidiana che è la prevedibilità del domani...

Arnold Böcklin
L’azione terroristica ha incrinato in noi occidentali quella condizione base della vita quotidiana che è la prevedibilità del domani, senza la quale non prende avvio alcuna iniziativa, e le azioni che abitualmente ci impegnano ricadono su se stesse, perché perdono importanza, spessore, investimento, valore. Al loro posto subentra, sottile e pervasiva come condizione dell’anima, quell’angoscia primitiva per difendersi dalla quale l’uomo occidentale ha inventato la sua storia. Quest’angoscia si chiama: angoscia dell’imprevedibile. [...]
L’angoscia è invece un sentimento paralizzante di fronte a un pericolo invisibile e indeterminato, da cui l’attacco o la fuga non ci difendono, perché il pericolo è ovunque e in nessun luogo, può essere in questo momento o in qualsiasi momento, per cui il meccanismo che si attiva non è quello difensivo della paura, ma quello paralizzante dell’angoscia. […]
La condizione d’assedio, più che territoriale, è psichica. E quando è imprigionata l’anima, come si fa a produrre cultura, arte, scienza, musica? E quale linguaggio hanno a disposizione gli affetti, gli amori, le speranze, i progetti, i dolori? Ma, soprattutto, di quali strumenti dispone la nostra psiche per trattare la dimensione dell’imprevedibile con cui noi occidentali non abbiamo più consuetudine dall’alba della nostra storia? […]
Lanciati nel nostro sviluppo che non avviene a spese di nessuno, perché, già ce lo ricordava Omero, “Nessuno” nasconde sempre il nome di qualcuno, forse abbiamo dimenticato la misura e siamo diventati s-misurati. E magari con qualche colpa, se è vero che il nostro stile di vita richiede di raccogliere energia viva dai quattro angoli della terra per restituirla degradata.
Questa è la riflessione che dobbiamo avviare se vogliamo fare i conti con la nostra angoscia, che è lì a dirci, prima del cecchino dietro l’angolo, prima dell’attacco batteriologico, prima di quello atomico, prima dell’attentato terrorista, che forse abbiamo oltrepassato la misura e dobbiamo rientrare nel limite.
Rimuovere questo avvertimento dell’angoscia collettiva, non volerlo riconoscere, ci obbligherà a convivere con l’inquietudine che, come un tarlo, roderà dall’interno il nostro benessere, ormai divaricato dalla quiete dell’animo e dalla sua serenità. A questo punto non ci resta che tornare alla sapienza greca che aveva fatto della misura (katà métron) il fondamento della propria etica, e perciò avvertiva: “Chi non conosce il suo limite tema il destino”.

In: "I miti del nostro tempo (Il Mito del terrorismo)", di Umberto Galimberti

Eduardo Galeano: I banchieri della grande bancheria mondiale, che praticano il terrorismo del denaro...

Hieronymus Bosch
I banchieri della grande bancheria mondiale, che praticano il terrorismo del denaro, hanno più potere dei re e dei marescialli, più potere del loro Papa di Roma. Non si sporcano mai le mani. Non ammazzano nessuno: si limitano ad applaudire lo spettacolo.

Da: " Il libro degli abbracci (Incapacità Pag. 103)",di Eduardo Galeano

Herman Melville: Che Dio t’aiuti, vecchio: i tuoi pensieri hanno creato in te una creatura, e a colui che dal pensiero intenso è così trasformato in Prometeo...

Erich Lessing
Che Dio t’aiuti, vecchio: i tuoi pensieri hanno creato in te una creatura, e a colui che dal pensiero intenso è così trasformato in Prometeo, un avvoltoio divora il cuore per sempre, e quest’avvoltoio è la creatura stessa ch’egli ha creato.

In: "Moby Dick (traduzione di Cesare Pavese)", di Herman Melville

venerdì 18 agosto 2017

Baruch Spinoza: Lo scopo dello Stato, dico, non è di convertire in bestie gli uomini dotati di ragione...

Erich Lessing 






Lo scopo dello Stato, dico, non è di convertire in bestie gli uomini dotati di ragione o di farne degli automi, ma al contrario di far sí che la loro mente e il loro corpo possano con sicurezza esercitare le loro funzioni, ed essi possano servirsi della libera ragione e non lottino l’uno contro l’altro con odio, ira o inganno, né si facciano trascinare da sentimenti iniqui. Il vero fine dello Stato è, dunque, la libertà.

In: “Trattato teologico-politico” di Baruch Spinoza

martedì 15 agosto 2017

Elémire Zolla: Così il risveglio è un'immagine della risurrezione; così la primavera dell'anno è l'immagine della risurrezione ripetuta ogni anno...


Willy Ronis
Così il risveglio è un'immagine della risurrezione; così la primavera dell'anno è l'immagine della risurrezione ripetuta ogni anno. E così per le tante altre cose che si potrebbero citare, le quali vengono reiterate mentre l'archetipo è una volta sola. Le ombre si moltiplicano per indicare che la cosa adombrata non si è ancora compiuta e per affermare la somma importanza dell'archetipo, che dev'essere rammentato di continuo». Tutte le cose contingenti diventano così un pretesto per illustrare le verità intellettuali, appaiono create a tal fine: lo spuntar del sole rinvia alla nascita della chiarezza intellettuale che fuga la tenebra dei sensi, rispetto alla quale la ragione è come un lume di candela; il cielo coperto rappresenta il velo del divenire che cela l'essere; l'equilibrio dei volumi e dei colori in un paesaggio ameno è l'equivalenza visibile della pace interiore; il sole sarà, in quanto corpo celeste, emblema del Padre, in quanto disco abbagliante, del Figlio, in quanto calore sensibile, dello Spirito;
l'avvenenza infine d'un corpo sarà l'incentivo a concepire la bellezza intellettuale...

In: “Le potenze dell'anima Anatomia dell'uomo spirituale” di Elémire Zolla