lunedì 30 maggio 2016

Romano Battaglia: Crescere significa aprirsi a una conoscenza completa di noi stessi...

Telemaco Signorini
Crescere significa aprirsi a una conoscenza completa di noi stessi perché la nostra personalità è molto più ricca e complessa di quanto crediamo: l’animo umano è depositario di un panorama infinito.
Se sapremo accogliere gli eventi che il futuro ci riserva, senza le interferenze del passato, saremo uomini felici. Se crederemo fermamente che nel presente si possa progettare un domani migliore,
avremo già a disposizione tutto ciò che desideriamo. Se accetteremo serenamente il fluire del tempo, ci sentiremo liberi. Non bisogna sprecare la nostra vita a rimpiangere le gioie del passato, ma essere riconoscenti di averle vissute.

Da:"Silenzio", di Romano Battaglia

domenica 29 maggio 2016

Italo Calvino: Le imprese che si basano su di una tenacia interiore devono essere mute e oscure...

Telemaco Signorini
Le imprese che si basano su di una tenacia interiore devono essere mute e oscure; per poco uno le dichiari o se ne glori, tutto appare fatuo, senza senso o addirittura meschino.

Da: "Il barone rampante" di Italo Calvino

Antoine de Saint-Exupéry: Non confondere l’amore col delirio del possesso...

Telemaco Signorini
Non confondere l’amore col delirio del possesso, che causa le sofferenze più atroci. Perché contrariamente a quanto comunemente si pensa, l’amore non fa soffrire. Quello che fa soffrire è l’istinto della proprietà, che è il contrario dell’amore.

In: "Cittadella", di Antoine de Saint-Exupéry

Claudio Magris: Il presente, per bastare a sé stesso, deve poggiare su dei valori...

Giovanni Fattori
Il presente, per bastare a sé stesso, deve poggiare su dei valori, ma il pulviscolo di scopi e obblighi convenzionali, con i quali l’organizzazione sociale bersaglia l’individuo, offusca e vela questi valori, quando non li distrugge; impedisce al pensiero di soffermarsi sull’essenziale e lo incalza in una corsa affannosa, che lo distoglie da ciò ch’esso ama o vorrebbe amare.

Da: "Itaca e oltre" di Claudio Magris

sabato 28 maggio 2016

Marguerite Yourcenar: Si direbbe che il quadro dei miei giorni come le regioni di montagna...


Alinari
Si direbbe che il quadro dei miei giorni come le regioni di montagna, si componga di materiali diversi agglomerati alla rinfusa. Vi ravviso la mia natura, già di per se stessa composita, formata in parti uguali di cultura e d'istinto. Affiorano qua e là i graniti dell'inevitabile; dappertutto, le frane del caso [...] In questa difformità, in questo disordine, percepisco la presenza di un individuo, ma si direbbe che sia stata sempre la forza delle circostanze a tracciarne il profilo; e le sue fortezze si confondono come quelle di un'immagine che si riflette nell'acqua.

In: "Memorie di Adriano", di Marguerite Yourcenar

Antonio Gramsci: Una delle più gravi malattie della società italiana contemporanea...

Hieronymus Bosch
Una delle più gravi malattie della società italiana contemporanea è la mancanza assoluta di consapevolezza dei funzionari addetti alle pubbliche amministrazioni. Il novanta per cento delle disgrazie che quotidianamente si rovesciano sull’infelice nostro paese, sono esclusivamente dovute ai funzionari amministrativi, che non compiono il loro dovere, che non hanno senso di responsabilità, che si son fatti dello Stato una specie di paese di Bengodi, dove i grossi stipendi non costano che un po’ di callo alle natiche e qualche firma in fondo ai fogli che non si leggono neppure. […]
I funzionari hanno costituito una specie di Stato nello Stato, opprimono i cittadini con la tirannia della loro incompetenza irraggiungibile, impersonale, irresponsabile. […]
Chi vivo sente il rispetto per la produzione, per il lavoro, qualunque esso sia e di chiunque, comprende questi stati d’animo. È un senso di nausea rivoltante, una stanchezza morale che fa tutto veder perso e buio. […] Coloro che concepiscono la vita come serena lotta per la verità e il bene universale, come dovere immanente in ogni atto di padroneggiare le passioni e gli impulsi – perché la realtà non effimera, ma avente i caratteri eterni e incoercibili della storicità, si affermi e fluisca – costoro sono sempre preda allo scoramento, e uno sforzo immane devono fare su se stessi per non essere travolti nel vortice della irritazione impulsiva, della passionalità irresponsabile.

Tratto dalla raccolta: “Odio gli indifferenti ( 6 aprile 1918)”, di Antonio Gramsci