mercoledì 28 dicembre 2016

Umberto Galimberti: Quando chiesero a Socrate che cosa insegnava, lui rispose che non insegnava niente perché era ignorante...


Andrea Mantegna
Quando chiesero a Socrate che cosa insegnava, lui rispose che non insegnava niente perché era ignorante, ma aiutava coloro che ritenevano di sapere qualcosa a fondare le loro opinioni con argomenti solidi, in modo che stessero in piedi da sole, e non per l’autorità di chi le enunciava, per la fede in credenze infondate, per l’impatto emotivo, per la suggestione degli affetti. Chiamò epistéme il sapere filosofico, una parola greca che noi traduciamo con “scienza”, ma che letteralmente significa “ciò che sta in piedi da sé”. [...]
Chiamò questo metodo philo-sophia che significa “amore per il sapere”, distinguendola dalla sophia dei sapienti che non “amano” il sapere perché ritengono di “possederlo”. Amore, infatti, non è possesso, ma ricerca, tensione e desiderio della cosa o della persona amata.

Da: "Il segreto della domanda", di Umberto Galimberti

martedì 27 dicembre 2016

Etty Hillesum: La vita è così originale, così sorprendente, così inesauribilmente sfumata...


Marc Bohne
La vita è così originale, così sorprendente, così inesauribilmente sfumata. A ogni curva del cammino, all’improvviso, si apre una vista del tutto diversa. Su questa vita, la maggioranza della gente ha in testa idee formate su dei cliché, ma nell’intimo ci si deve liberare di tutto, di ogni comprensione preesistente, di ogni slogan, di ogni legame, si deve avere la forza di lasciar andare tutto, ogni norma e ogni punto d’appoggio convenzionale, si deve osare il rischio del grande balzo nel cosmo e allora, allora la vita è così infinitamente ricca e traboccante, persino nelle sue sofferenze più profonde.

Tratto da:" Breviario degli scritti 1941-1942 (7 luglio 1942)", di Etty Hillesum

Blaise Pascal: Il cristianesimo è strano. Ingiunge all’uomo di riconoscere la propria viltà e il proprio abominio, ma gli ingiunge anche di voler essere simile a Dio...

Salvador Dalì
Il cristianesimo è strano. Ingiunge all’uomo di riconoscere la propria viltà e il proprio abominio, ma gli ingiunge anche di voler essere simile a Dio. Senza un tale contrappeso questa elevazione lo renderebbe orrendamente vano, mentre questo abbassamento lo renderebbe orrendamente abbietto.

In: "Pensieri (332)"; di Blaise Pascal

lunedì 26 dicembre 2016

Friedrich Nietzsche: La meditazione ha perduto tutta la dignità della sua forma...

Giacomo Balla
La meditazione ha perduto tutta la dignità della sua forma, si è fatto del cerimoniale e dell’atteggiamento solenne della meditazione un oggetto di dileggio e un saggio d’antico stampo non sarebbe più tollerato. Noi pensiamo troppo in fretta, e per strada, mentre camminiamo, mentre attendiamo ad affari di ogni genere, persino quando ci concentriamo sulle cose più serie; abbiamo bisogno di poca preparazione, finanche di poco silenzio: — è come se ci portassimo in testa una macchina che rulla senza posa, che continua a funzionare anche nelle circostanze più avverse.

In: "La Gaia Scienza (Perdita di dignità 6) ", di Friedrich Nietzsche

sabato 24 dicembre 2016

Zygmunt Bauman: Spesso la libertà è usata per fuggire dalla libertà...

René Magritte

Spesso la libertà è usata per fuggire dalla libertà: una fuga dall' "avere" coscienza propria verso l' "essere" cosciente; una fuga dalla fatica di dover sostenere la propria posizione  per rifugiarsi nella convinzione che tutte le posizioni valide sono già state individuate.

In: “La Società dell'incertezza” di Zygmunt Bauman

Maria Zambrano: La contemplazione è la legge che la bellezza porta con se...


Henri Martin
La contemplazione è la legge che la bellezza porta con se. E nella contemplazione , come si sa, è indispensabile un minimo di quiete o quantomeno di calma; un tempo esteso, indefinito, che fluisce ampiamente e placidamente. E il tempo della contemplazione che dà respiro, libertà, libertà sempre, persino qual ora l'oggetto contemplato soggioghi.

Da: “Chiari del bosco (Pag.138)” di Maria Zambrano

venerdì 23 dicembre 2016

Pavel Aleksandrovič Florenskij: Chi agisce con approssimazione, si abitua anche a parlare con approssimazione...

Caravaggio
Chi agisce con approssimazione, si abitua anche a parlare con approssimazione, e il parlare grossolano, impreciso e sciatto coinvolge in questa indeterminatezza anche il pensiero. Cari figlioletti miei, non permettete a voi stessi di pensare in maniera grossolana. Il pensiero è un dono di Dio ed esige che si abbia cura di sé. Essere precisi e chiari nei propri pensieri è il pegno della libertà spirituale e della gioia del pensiero.

In: “ Non dimenticatemi ( Notte tra sabato 19 e domenica 20 marzo 1921 - Mosca)”, di Pavel Aleksandrovič Florenskij