domenica 25 giugno 2017

Alain Deneault: La stupidità funzionale rimanda a una totale mancanza di un esame di coscienza, a un rifiuto di ricorrere al proprio potenziale intellettuale...

Ben Goossens
«La stupidità funzionale rimanda a una totale mancanza di un esame di coscienza, a un rifiuto di ricorrere al proprio potenziale intellettuale se non in maniera miope e all’arte dell’elusione davanti a qualunque richiesta di giustificazione» [...] È la banalità del male divenuta scienza. Bisogna castrare la curiosità in ambito professionale: la routine del lavoro combatte in primo luogo le pratiche intellettuali. Non più cercare di comprendere, ma limitare il proprio pensiero ai sentieri battuti stabiliti dall’istituzione, per essere certi di funzionare secondo le sue modalità.
Si riesce a cogliere meglio, adesso, come tanti rappresentanti dell’autorità sappiano di essere stupidi.

In: “La mediocrazia”, di Alain Deneault

Ralph Waldo Emerson: L’anima circoscrive ogni cosa...

Ivan Ajvezovskij
L’anima circoscrive ogni cosa. Come ho detto, essa contraddice ogni esperienza. In maniera simile essa abolisce spazio e tempo. L’influsso dei sensi, nella maggior parte degli uomini, ha il sopravvento sulla mente, tanto che le mura del tempo e dello spazio sono arrivate a sembrare reali e insormontabili; e parlare con leggerezza di questi limiti è, nel mondo, segno di pazzia. Eppure tempo e spazio sono soltanto misure inverse della forza dell’anima. Lo spirito gareggia col tempo:
Può condensare l’eternità in un’ora o prolungare un’ora sino all’eternità.

In: “Società e solitudine”, di Ralph Waldo Emerson

Antonio Gramsci: È nel carattere di ogni capo di essere ambizioso, cioè di aspirare con ogni sua forza all’esercizio del potere statale...

Eugène Delacroix
È nel carattere di ogni capo di essere ambizioso, cioè di aspirare con ogni sua forza all’esercizio del potere statale. Un capo non ambizioso non è un capo, ed è un elemento pericoloso per i suoi seguaci: egli è un inetto o un vigliacco. Ricordare l’affermazione di Arturo Vella: «Il nostro partito non sarà mai un partito di governo», cioè sarà sempre partito di opposizione: ma che significa proporsi di stare sempre all’opposizione? Significa preparare i peggiori disastri, perché se l’essere all’opposizione è comodo per gli oppositori, non è «comodo» (a seconda, naturalmente, delle forze oppositrici e della loro natura) per i dirigenti del governo, i quali a un certo punto dovranno porsi il problema di spezzare e spazzare l’opposizione.

In: “Quaderni dal Carcere (Q6 §97 Passato e presente. )”, di Antonio Gramsci
 

Lev Tolstoj: Io so che la spiegazione di tutto, così come il principio di tutto, deve celarsi nell'infinito...

Ivan Ajvezovskij
Io so che la spiegazione di tutto, così come il principio di tutto, deve celarsi nell'infinito. Ma io voglio comprendere fino a essere condotto a ciò che è inevitabilmente inspiegabile, voglio che tutto ciò che è inspiegabile rimanga tale, non perché le esigenze del mio intelletto non siano giustificate (esse sono giustificate e fuori di esse io non posso comprendere nulla), ma perché vedo i limiti della mia ragione. Io voglio comprendere in modo tale che ogni proposizione inspiegabile mi si presenti come una necessità della ragione stessa e non come un obbligo di credere.

In: "La confessione", di Lev Tolstoj

domenica 18 giugno 2017

José Ortega y Gasset: L’azzurro crepuscolare aveva inondato tutto il paesaggio...


Masao Yamamoto
L’azzurro crepuscolare aveva inondato tutto il paesaggio. Le voci degli uccelli giacevano addormentate nelle loro gole minute. Allontanandomi dalle acque che scorrevano, entrai in una zona di assoluto silenzio. E il mio cuore uscì allora dal fondo delle cose, come un attore si fa avanti sulla scena per dire le ultime parole drammatiche. Paf... paf... cominciò il ritmico martellare e tramite suo filtrò nel mio animo un’emozione tellurica. In alto, una stella palpitava allo stesso ritmo, quasi fosse un cuore siderale, fratello gemello del mio e, come il mio, pieno di stupore e di tenerezza per la meraviglia che è il mondo.

In: “Meditazioni del Chisciotte” di José Ortega y Gasset

Norberto Bobbio: Educazione universalistica e democrazia, del resto, procedono di pari passo, mentre democrazia e razzismo sono incompatibili...


Sebastião Salgado
Educazione universalistica e democrazia, del resto, procedono di pari passo, mentre democrazia e razzismo sono incompatibili, almeno per due ragioni: la democrazia, a differenza dei governi autocratici, si ispira a princìpi universali, come la libertà, la giustizia, il rispetto dell’altro, la tolleranza, la nonviolenza. Il razzismo è antiliberale, antiegualitario, intollerante e, nei casi estremi, violento e criminale (Auschwitz insegni!). In secondo luogo, la democrazia è inclusiva, in quanto tende a far entrare nella propria area gli “altri” che stanno fuori per allargare anche a loro i propri benefici, dei quali il primo è il rispetto di tutte le fedi. Il processo di democratizzazione, dal secolo scorso a oggi, è stato un processo graduale d’inclusione di individui che prima erano esclusi. Che poi non si possa includere tutti, così come non si può tollerare tutto e tutti, è un problema pratico che deve trovare soluzioni adatte alle diverse circostanze. Ma una democrazia non può essere “esclusiva” senza rinunciare alla propria essenza di “società aperta”.

In: “Elogio della Mitezza”, di Norberto Bobbio

Dino Buzzati: Era fatto di quell'impalpabile sostanza che volgarmente si chiama favola o illusione...



Dino Buzzati
Tutto ciò non è storicamente provato. Di fatto, la luna proseguì senza scosse il suo viaggio prescritto dall'astronomia, le ore passarono regolarmente ad una ad una, e tutti i bambini del mondo continuarono a dormire placidi, senza immaginare che il buffo amico-nemico se n'era andato per sempre. Era molto più delicato e tenero di quanto si credesse. Era fatto di quell'impalpabile sostanza che volgarmente si chiama favola o illusione: anche se vero. Galoppa, fuggi, galoppa, superstite fantasia. Avido di sterminarti, il mondo civile ti incalza alle calcagna, mai più ti darà pace.

In: “Le notti difficili (Il Babau)”, di Dino Buzzati