martedì 24 dicembre 2019

Cesare Pavese: Ascolteremo nella calma stanca la musica remota della nostra tremenda giovinezza che in un giorno lontano si curvò su sé stessa...

Fernand Khnopff
Ascolteremo nella calma stanca
la musica remota
della nostra tremenda giovinezza
che in un giorno lontano
si curvò su sé stessa
e sorrideva come inebbriata
dalla troppa dolcezza e dal tremore.
Sarà come ascoltare in una strada
nella divinità della sera
quelle note che salgono slegate
lente come il crepuscolo
dal cuore di una casa solitaria.

Battiti della vita,
spunti senz’armonia,
ma che nell’ansia tesa del tuo amore
ci crearono, o anima,
le tempeste di tutte le armonie.
Ché da tutte le cose
siamo sempre fuggiti
irrequieti e insaziati
sempre solo portando nel cuore
l’amore disperato
verso tutte le cose

In: Le febbri di decadenza (Frammento di “Penso la mia vecchiezza solitaria - 25 agosto 1928”), di Cesare Pavese

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