lunedì 6 gennaio 2020

Thomas Moore: Il piacere, come un bicchiere di vino, dopo il duro lavoro, ferma il mondo, preparando l'individuo a essere più recettivo nei confronti delle sottili sfumature del suo ambiente che lo attirano verso la réverie e verso la riflessione...

Robert Doisneau
Il piacere, come un bicchiere di vino, dopo il duro lavoro, ferma il mondo, preparando l'individuo a essere più recettivo nei confronti delle sottili sfumature del suo ambiente che lo attirano verso la réverie e verso la riflessione.
Il piacere, con la sua natura bacchica, interviene nei nostri progetti e nei nostri tentativi. Il piacere è sospensione. Il piacere ci stuzzica a scoprire chi siamo, invece di chi stiamo cercando di diventare. Laetus in praesens. Il piacere porta il presente in primo piano. Essendo un differimento e una deviazione rispetto alle nostre prospettive e a i nostri progetti dell'Io passati e futuri, provoca qualche distruzione e un minimo di disturbo - quel tanto che basta per aprire la strada ai bisogni dello spirito. Nel piacere il tempo rallenta. Nel lago dell'anima le riflessioni si mettono a fuoco. Il piacere di non fare niente ci consente un atteggiamento più ricettivo nei confronti della creatività dell'anima. Naturalmente, concedersi una pausa per il piacere è una cosa diversa dalla ricerca ego-maniacale del divertimento, dell'intrattenimento.

In: “Pianeti interiori, l'astrologia psicologica di Marsilio Ficino (Capitolo 4. Gli elementi della psiche – Pag. 99)”, di Thomas Moore

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