mercoledì 23 dicembre 2015

Herman Hesse: non posso dire di essere un sapiente.....



Campo di grano con volo di corvi di Vincent van Gogh
Certo non posso chiamarmi saggio. Sono stato un cercatore e ancora lo sono, ma non cerco più nelle stelle e nei libri: incomincio a udire gli insegnamenti che il mio sangue mormora in me. La mia storia non e piacevole, non è dolce e armoniosa come le storie inventate; sa di stoltezza e confusione, sa di follia e sogno, come la vita di tutti coloro che non vogliono più mentire a se stessi.
La vita di ogni uomo è una via verso se stesso, il tentativo di una via, l’accenno di un sentiero. Nessun uomo è mai stato interamente se stesso, eppure ognuno cerca di diventarlo, chi sordamente, chi luminosamente, ognuno come può. Ognuno si porta dietro, fino alla fine i resti della propria nascita, umori e gusci d’uovo d’un mondo primordiale. Certi non diventano mai uomini, rimangono rane, lucertole, formiche. Qualcuno è uomo sopra e pesce sotto. Ma ognuno è un tentativo della natura verso l’uomo. Tutti noi abbiamo in comune le origini, le madri, tutti veniamo dallo stesso abisso; ma ognuno, diviluppandosi dalle profondità si affanna verso la propria meta. Possiamo capirci l’un l’altro, ma ognuno può capire veramente sempre solo se stesso.

In : "Demian - Storia della giovinezza di Emil Sinclair -(Introduzione)", di Hermann Hesse

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