sabato 20 maggio 2017

Arthur Schopenhauer: Felici ancora, se qualche cosa rimane al nostro desiderio ed alla nostra aspirazione, per alimentare il giuoco del perenne passaggio dal desiderio all'appagamento, e da questo ad un novello desiderio...

Édouard Boubat
Felici ancora, se qualche cosa rimane al nostro desiderio ed alla nostra aspirazione, per alimentare il giuoco del perenne passaggio dal desiderio all'appagamento, e da questo ad un novello desiderio – passaggio, che si chiama felicità quand'è rapido, dolore quand'è lento –; invece di cadere in quella paralisi, che si rivela come orribile, stagnante noia, confusa aspirazione senza oggetto preciso, mortale languore. Da tutto ciò appare che la volontà, illuminata dalla conoscenza, sempre sa ciò che vuole in un dato momento, in un dato luogo; ma non sa ciò che vuole in genere. Ogni singolo atto ha un fine: la Volontà nel suo insieme non ne ha alcuno.

In: “ Il mondo come volontà e rappresentazione (Libro secondo pag. 295 )”, di Arthur Schopenhauer

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