domenica 3 luglio 2016

Hannah Arendt: Si dice spesso che viviamo in una società di consumatori e poiché, come abbiamo visto, lavoro e consumo non sono che due fasi dello stesso processo, imposte all'uomo dalla necessità della vita, questo è solo un altro modo per dire che viviamo in una società di lavoratori...

Jacob Riis
Si dice spesso che viviamo in una società di consumatori e poiché, come abbiamo visto, lavoro e consumo non sono che due fasi dello stesso processo, imposte all'uomo dalla necessità della vita, questo è solo un altro modo per dire che viviamo in una società di lavoratori. Essa non è scaturita dall'emancipazione delle classi lavoratrici, ma dalla stessa emancipazione dell'attività lavorativa, che precedette di secoli l'emancipazione politica dei lavoratori. […]
Il pericolo che la moderna emancipazione del lavoro non solo fallisca nell'iniziare un'epoca di libertà per tutti, ma al contrario spinga per la prima volta tutto il genere umano sotto il giogo della necessità, fu già chiaramente intuito da Marx, quando egli insisteva sul fatto che lo scopo di una rivoluzione poteva non essere la già compiuta emancipazione delle classi lavoratrici, ma doveva consistere nell'emancipazione dell'uomo dal lavoro. A prima vista, questo scopo sembra utopistico, il solo elemento strettamente utopistico nel pensiero di Marx. L'emancipazione dal lavoro, secondo le stesse parole di Marx, è emancipazione dalla necessità, che significherebbe, in definitiva, emancipazione dal consumo, dal metabolismo con la natura che è la condizione effettiva della vita umana.

In: “ Vita Activa ( La condizione umana) di Hannah Arendt

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